La rogna

“DRIN”, “Chi è?”, “Sono la rogna!” E quando arriva la rogna ragazzi… non ce n’ è per nessuno, si piazza in casa, bella comoda e chi la manda più via? Oggi è andata così, stamattina lunga passeggiata, pisolo abbondante poi rientro a casa, ricco pranzo per lei, una cosa veloce per me e via con le operazioni per il pisolino. sulle prime pareva filare tutto liscio ma col passare dei minuti ho realizzato che era una di quelle giornate in cui non puoi fare a meno di sperare di aver fatto scorta di pazienza. Il pisolino del pomeriggio è abbastanza scientifico, nel senso che la stanchezza dev’ essere miscelata con la digestione in dosi ben precise (o almeno è così nella mia testa), oggi probabilmente non è stato così, ho cominciato con il rumore bianco, poi è stato il turno della ninna nanna, il tutto alternando le posizioni canoniche, sulla spalla, a mo di culla, a pancia in giù, sul fianco e quando s’ intravede un segno di cedimento TLAC! Occhi sbarrati e pianto inconsolabile. Dopo un oretta scarsa passata così ecco i primi segni di cedimento, è un momento molto particolare quello del passaggio tra la veglia ed il sonno, è possibile rendersene conto anche senza guardare gli occhietti, il peso è diversamente distribuito, le tensioni, quelle normali di un bambino sveglio, scompaiono come d’ incanto e Morfeo ha la meglio. “Fin qui tutto bene” ripeteva l’ uomo che s’ era gettato da un grattacielo di piano in piano “Fin qui tutto bene…”, ok dorme, ma è ancora in braccio, devo coricarla, piano, piano, piano, ecco, ci siamo quasi, un po’ più in la… OK atterraggio perfetto! “Bene, è stata dura ma è andata anche stavolta e adesso? dovrei sciacquare i piatti, mettere un po’ in ordine, mandare un paio di mail e magari leggere qualcosina ma aspetta fammi partire dal bagno che ho una faccenda in sospeso”. Un quarto d’ ora dopo, eccola qui, “Ancora tu? Ma non dovevamo vederci più?” La rogna 2, la vendetta! E che vendetta, urla, pianti, singhiozzi, si insomma una tragedia senza soluzione alcuna, sono ripartito dai fondamentali, rumori, nanne, coccole, posizioni ecc. fino ad arrivare a mosse estreme tipo haka neo-zelandese o dialoghi surreali sui motivi del pianto e sulle conseguenze del mancato pisolino, niente da fare, tutto utile come una bella forchetta con un piatto di minestra, Amen, per oggi è andata così, tanto vale cambiare obiettivo, prima di tutto cercare di calmarla, qualche giochino simpatico giusto per tranquillizzarla e poi inventarsi qualcosa per arrivare fino alla merenda e oltre, come recitava un vecchio detto: “Se non puoi batterli… unisciti a loro!”

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