Fabrizio

Fabrizio&GabrieleL’ intervista di oggi contiene una sorpresa, ma non anticipo niente… altrimenti che sorpresa sarebbe? Fabrizio, 53 anni, pochi grilli per la testa, tanta concretezza e una passione, suo figlio Gabriele di 15 anni.

Com’ è il rapporto con Gabriele?

Abbiamo un buon rapporto, condividiamo molto, a dire il vero spesso non ho neanche bisogno di chiedere determinate cose perché in effetti Gabriele è molto aperto con me, mi racconta tanto delle sue giornate a volte anche più di quanto io poi riesca ad immagazzinare.

Per quanto riguarda la scuola, quanto e come è presente Fabrizio come padre?

Nel dettaglio, ossia nei compiti a casa, è sicuramente più presente la madre, in generale io sono informato su tutto, diciamo che “supervisiono”.

Ma chi prende le decisioni poi?

Il dibattito non manca mai, ma si tratta sempre di un confronto positivo, ogniuno ha e difende, le proprie idee, come è giusto che sia e poi si prendono le decisioni, questo vale per le cose di tutti i giorni e anche per le decisioni più importanti, la scelta della scuola è stato un buon esempio, abbiamo affrontato l’ argomento tutti insieme, alla fine noi abbiamo proposto l’ istituto ma è stato poi Gabriele a scegliere l’ indirizzo, un altro esempio è lo sport, se ne parla in famiglia e poi si decide, io e mia moglie crediamo molto nel dialogo, anche quando si hanno opinioni diverse.

A proposito di sport, c’ è un attività preferita?

Gabriele ha scelto di fare arti marziali e in questo ha coinvolto anche me al punto tale che andiamo in palestra e pratichiamo insieme e pur non avendo mai fatto nulla del genere per me è estremamente piacevole, anche perché solitamente si “guarda” il prprio figlio fare sport, io invece riesco a interagire in prima persona.

Raccontami una giornata tipo come padre.

Io sono in negozio, Gabriele passa a salutarmi (abitiamo molto vicino al negozio), prima di andare a scuola, al ritorno passa di nuovo, scambiamo due chiacchiere, poi lui va a casa a mangiare e ci rivediamo dopo poco e abbiamo modo di parlare con calma della scuola e tutto il resto, lunedì e giovedì andiamo in palestra, poi generalmente io riposo ma comunque la sera riusciamo a vederci un film o altro, a seconda degli impegni reciproci, a volte io vado a correre, altre lui finisce di studiare poi cena, film o computer e poi a letto, da notare che nonostante i 15 anni suonati di tanto in tanto passa ancora nel lettone per qualche coccola.

Gli orari sono un po’ diversi perché tu fai un lavoro particolare, il panettiere, questo ha influito in qualche maniera negli anni nel menage familiare?

Sicuramente gli orari sono meno convenzionali rispetto alla media ma per certi versi questo ha favorito il rapporto con Gabriele, io il pomeriggio sono stato e sono sempre a casa, è vero che di norma dormo ma sono comunque presente, se occorre ci sono, un impiegato, tanto per fare un esempio non c’ è fisicamente, ha bisogno di essere a casa per poter stare con suo figlio, a me capita di svegliarmi, di sentire la sua presenza e in ogni caso credo sia più un discorso di qualità del tempo piuttosto che quantità.

Hai adottato un “metodo” per l’ educazione di Gabriele?

Più che un metodo direi delle regole, regole che valgono per tutta la famiglia, non solo per Lui, principi di rispetto reciproco che devono prima di tutto essere posti come esempio, non posso chiedere a mio figlio di fare cose che poi io stesso evito di fare (pulire e riordinare ad esempio), piuttosto che tenere comportamenti che poi vieto a lui, la tv della sera ad esempio, quando si spegne si spegne per tutti non solo per lui.

Divergenze con la moglie?

Anche più d’ una ma ripeto è proprio dal confronto che nascono i risultati, puchè questo sia costruttivo.

Con la tecnologia che rapporto c’ è?

C’ è tutto, telefono, computer, console e quant’ altro ma tutto nella giusta misura, la sera alle 22, minuto più minuto meno, si spegne tutto e ci si prepara per la notte e se durante il giorno s’ è fatto tutto quello che si doveva (compiti, sport ecc. ecc.), poi per giocare o svagarsi con la tecnologia rimane il giusto tempo.

Sono passati alcuni anni ma che ricordo hai della gravidanza e del parto?

Della gravidanza mi ricordo che Gabriele rispondeva alle mie sollecitazioni quando era nella pancia e io trovavo la cosa bellissima, del parto, ricordo quando me l’ hanno messo in braccio la prima volta, tutto bianco che stringeva la manina e con la bocca cercava di ciucciare, non lo scordo mai perché in quel momento si capisce il significato di un entità, che poi abbia un ora, quindici anni o cinquanta poco importa, è comunque un essere umano, è vita!

La tavola come momento di condivisione, cosa rappresenta per voi e quali valori?

Nella mia famiglia il tavolo è sempre stato lungo, nel senso che la tavola è sempre stato un momento di aggregazione e di confronto, lo è sempre stato in passato e voglio tramandarlo come valore a Gabriele, anni fa erano i parenti oggi più gli amici, è una ruota che gira la tavola è dev’ essere comunque lunga e noi sempre pronti ad aggiungere un posto.

Cosa significa essere padre?

La cosa più importante, un esperienza tanto intensa quanto serena di accompagnamento nella vita, ormai manca poco all’ indipendenza di Gabriele ma spero e credo di aver fatto tutto il possibile per il suo bene, per la sua crescita sempre con la massima serenità.

Fabrizio è mio cugino, quindi posso dire di conoscerlo da che ho memoria e ho voluto intervistarlo perché fa lo stesso lavoro che mio padre ha fatto per tutta la vita, il panettiere, un lavoro particolare, per gli orari, per la storia che ha alle spalle, negli ultimi anni ci siamo un po’ persi di vista ma per me, figlio unico, rimane sempre una sorta di fratello maggiore e la passione che mette nella sua paternità mi ha colpito, una partecipazione totalmente priva di ogni sforzo, una gran bella sensazione oltre che un esempio.

P.s.: La “sorpresa” è un consiglio, la stessa passione che Fabrizio mette nel fare il padre la mette nel proprio lavoro per cui, se vi trovate dalle parti di Via Torino angolo Via San Maurilio a Milano e avete un certo languorino, panificio Ticozzi, sono certo che mi ringrazierete!

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