Maia a Milano Marittima

IMGQuella di oggi è una foro particolare e come sempre contiene una storia, una vacanza a Milano Marittima nel 2010. Lo scatto in questione non è mio e neanche della mamma bensì di un fotografo professionista che si aggirava sulla spiaggia e una volta individuati dei soggetti (solitamente madri e bambini), ed essersi presentato, partiva all’ arrembaggio fotografando a tutto spiano, sul momento ricordo anche di non aver preso bene la cosa, primo perché sentivo puzza di fregatura e secondo perché per quanto gentile e professionale fosse il fotografo era pur sempre un estraneo che stava facendo delle foto a mia figlia. Il giorno seguente la seconda parte, quella concreta, del suo business, in pratica arriva e ci mette davanti buona parte degli scatti già perfettamente stampati su carta lucida formato 15×21 e devo dire che un conto è scattare delle foto e rivederle su uno schermo e un conto è avere tra le mani la foto vera e propria, bravo! (o furbo!) bell’ idea, probabilmente il ragazzo si prende anche i suoi rischi, non tutti sono disposti ad acquistare tutte le foto, noi ne abbiamo prese cinque a fronte di una quindicina stampate, tutto regolare con tanto di ricevuta (ovviamente si trattava di uno studio fotografico che s’ era inventato una maniera brillante per arrotondare nei mesi estivi), onestamente non ricordo il prezzo, so solo che col tempo è diventato un dettaglio di nessun conto e che i dubbi legati a quel fotografo si sono trasformati in ringraziamenti conditi col rimpianto di non aver preso tutte le stampe in questione. Oltre a questo la foto mi riporta alla mente quella vacanza tutta, una manciata di giorni per molti versi belli ma non facili, belli perché una vacanza al mare con una bambina di 14 mesi può essere solo bella per via delle scoperte e le novità, non facili dato il mio scarso amore per il mare, soprattutto per “questo mare”, vale a dire la riviera romagnola a luglio. Frai ricordi più fervidi trovano posto “il fenicottero”, cioè Maia che stava sempre con una gamba alzata per non toccare col piede la sabbia, i primi giri sulla giostrina tipo carosello con cavalli, carrozze e macchinine varie, giostra che peraltro non aveva ottenuto gran successo. Altro buon ricordo è quello della visita al Parco naturale di Cervia, una giornata davvero bella, densa di scoperte e d’ incontri, come le caprette alle quali abbiamo dato da mangiare per la prima volta, i cavalli, le oche, le galline e chi più ne ha più ne metta, la giornata era stata così eccitante che al ritorno Maia s’ era bellamente addormentata nel seggiolino della bicicletta costringendomi a manovre quantomeno improbabili per tenere un andatura degna di questo nome. Purtroppo é stata una vacanza caratterizzata da non pochi problemi a tavola, il personale dell’ albergo era gentilissimo e dalla cucina uscivano ottimi manicaretti ma questo a Maia sembrava non interessare per niente, probabilmente complice il caldo, si nutriva solo di omogeneizzati e latte, si insomma pranzo e cena erano una vera tortura, sia per lei che per noi. Per quanto riguarda le foto devo anche aggiungere che sono finite fin da subito in una sorta di porta-tutto che troneggiava in soggiorno e li sono rimaste fino al trasloco, col tempo è diventato simpatico averle sempre a portata di sguardo, uno sguardo (il suo) così intenso, maturo nonostante i suoi quattordici mesi, un’ espressione quasi adulta e comunque sempre presente, come è Lei in fondo, Sempre Presente!

4 thoughts on “Maia a Milano Marittima

  1. Che cavolo di commento ti posso fare! Che piango e basta.
    (Le foto sono un terribile trabocchetto, un po’ come i ricordi… Ma tu-voi siete stellari…)

    • Una delle prime cose che ci disse la psicologa fu: “Non dovete aver paura di ricordare, il ricordo è una cosa molto preziosa che non dovete temere, quello non ve lo toglie nessuno, certo occorreranno tempo e coraggio…”
      Ora io non so dire a che punto siamo del guado (e neanche m’ interessa), però posso dire che si, i ricordi come le fotografie sono un arma a doppio taglio, la parte più pericolosa si chiama “autocommiserazione”, un sentimento estremamente affascinante che però ho deciso di rinnegare fin da subito e questi scritti a proposito di Maia ne sono il risultato.
      Grazie di tutto Anna!

  2. Questa foto mi ha provocato un’emozione indescrivibile, Mi sono sentita Maia fra le braccia, vicina vicina, come se nessuno ce l’avesse portata via. Amore caro sei sempre con noi e continua a farci sentire la tua presenza perché è di questo che abbiamo bisogno per proseguire il cammino che Qualcuno
    ha deciso per noi.

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