La foto odierna di Maia probabilmente è un classico per chi ha figli, per me no, ovviamente. Si dice che quando un neonato stringe per la prima volta la mano al suo papà sia per sempre, è vero. Per me lo è stato di sicuro e non solo metaforicamente. Siamo seri, che ne sappiamo noi uomini di figli? Vediamo una pancia crescere, le tette della nostra dolce metà gonfiarsi, ci facciamo tanti bei film per nove mesi e nella migliore delle ipotesi ci chiediamo se saremo all’ altezza del compito che ci siamo più o meno scelti.
E questo è solo l’ antipasto, alla prima vera portata, il parto, siamo invitati solo per fare il minor numero di errori possibile ma anche in questo caso, siamo più o meno delle comparse (naturalmente). Poi ad un certo punto, mentre tu sei in orbita fra nettuno e tritone arriva una signora neanche tanto gentile che ti mette in mano 3 kg di vita e tu la guardi ma non capisci, perché non puoi capire, non sai cosa ti aspetta. Questo almeno per quanto mi riguarda.
Poi però è venuto un giorno in cui Maia mi prese per mano, strinse forte un mio dito, perché i bambini stringono sempre forte le dita dei propri papà e non per caso. Con quella stretta ho capito! In quegli attimi mi è apparso tutto più chiaro, che la mia vita non sarebbe più stata quella di prima, che da li in poi non sarei più stato solo, che Lei sarebbe sempre stata con me, è come se mi avesse preso per mano e mi avesse sussurrato: “Vieni papà, vieni con me, tranquillo, ci sono io a guidarti, ci sono io adesso con te, dovrai prenderti cura tu di me adesso, ma io ti spiegherò come si fa e ricorda, questa stretta è per sempre!”