Tempo fa mi è capitato di leggere un articolo, “Se quando si fa un figlio si dimenticano i papà“, un articolo divertente, ben scritto e forse con qualche verità oltre che alcuni stereotipi, ma non è l’ articolo in sé ad avermi colpito piuttosto una frase in esso contenuta e ripetuta, “Corri papà corri”, mi ha colpito perché, a mio avviso, dietro quel modo di dire c’ è un mondo, un modo di essere e se vogliamo un esempio per i nostri figli. Premessa, io sono nato e cresciuto a Milano, ho 41 anni e credo di conoscere abbastanza bene il significato di parole come fretta, stress, traffico, impegni e via di seguito e proprio per questo ad un certo punto (qualche anno fa), ho deciso che per me poteva bastare così, perché fare sempre tutto di corsa? Perché correre per andare al lavoro, aver fretta quando si è in macchina, la coda al supermercato, destreggiarsi fra gli impegni manco fossi l’ Alberto Tomba dei tempi migliori… Con la logica conseguenza che quando esci dal tuo piccolo recinto vieni guardato alla stregua di una bestia rara che sbuffa appena ha due-persone-due davanti alla cassa del negozio o che ha la pretesa di fare almeno tre-cose-tre insieme, “così non si perde tempo”. Da ormai molti anni a questa parte assisto ad un incremento della “velocità” a cui gira la mia città, a settembre mi è capitato di vedere alcune persone correre, letteralmente, al mattino e la sera, “saranno in ritardo”, ho pensato, ma quando vedi la cosa ripetersi più di un tot. significa che poi tanto caso non è. Io ho scelto di camminare e se questo significa partire prima di casa, ok, si parte prima, se tutte le cose che ho da fare non ci stanno in una giornata, pazienza, qualcuna la rimanderò a domani, non può essere tutto irrinunciabilmente importante (è persino faticoso da scrivere…), faccio delle scelte, probabilmente rinuncio a qualcosa e magari mi concentro su quello che sto facendo invece di, ad esempio, correre all’ asilo mentre scrivo una mail tra una telefonata e l’ altra… No, il multitasking lo lascio molto volentieri agli altri (o altre, pare che le donne siano molto brave), io preferisco fare le cose una alla volta e se possibile godendomi il momento, se poi il tempo non è abbastanza, va bene, avrò sbagliato qualcosa, sta di fatto che riesco ad essere molto puntuale nei miei impegni e se mi voglio concedere una passeggiata ogni tanto non ho particolari problemi a ritagliarmi i miei spazi. Cammina papà cammina, questo è il mio motto, potrà non essere condiviso, di impegni ce ne sono molti e io mi limito ad esporre la mia versione, ma tempo fa mi sono dato una regola, NON CORRERE, semplice e concisa, puoi fare le cose velocemente ma mai correndo, se corro è perché ho sbagliato qualcosa e se avanza del tempo… me lo godo. Che poi uno corre corre ma per andare dove? Per fare cosa? Che esempio do ai miei figli? Cosa comunico loro se mi presento sempre trafelato e con mille impegni? “Un bell’ esempio di efficienza” dirà qualcuno, “può darsi” rispondo io ma solo a patto che si creda profondamente in questo, io rivendico semplicemente il mio diritto ai ritmi compatibili con la cosa più preziosa della mia vita, le mie figlie, io credo molto in questo e sopratutto credo che i bambini siano dei maestri per noi adulti… ma questa è un altra storia.
Eh si.. Anche la mamma si e’data una ridimensionata:-):-) cammina mamma,cammina:-)
E allora camminiamo tutti insieme!