Amici miei

amici-mieiQuella appena trascorse è stata una domenica totalmente diversa dal solito, niente Alma, niente famiglia, niente casa, solo Amici!

Le cose stanno così, da ormai un ventennio abbondante condivido una forte amicizia con questo gruppo di ragazzi, 6/7 uomini che quando sono insieme ritornano ragazzi.

Gli anni passano gli impegni si moltiplicano le famiglie crescono ma una volta all’ anno noi ce ne andiamo da qualche parte per un fine settimana “per soli uomini”. Tranquilli niente di clamoroso, nessun rito strano e anche le bevute e le mangiate gargantuesche appartengono ormai al passato, diciamo che per un week-end facciamo un bel tuffo nella piscina della “stupidera”, con tanti saluti ai problemi di tutti i giorni, al quotidiano e anche alle cose belle come i figli e la famiglia, “clik”, interruttore spento! Un tempo la chiamavamo “zingarata”, ora è diventata “la gita sociale”.

Quest’ anno è stato più difficile del solito, qualcuno non ce l’ ha fatta a venire e anche per la meta si è trattato di un vero parto, inizialmente s’ era detto Bologna, poi questa è stata bocciata in favore di Borgotaro, ma sarebbe stato il terzo anno consecutivo e ad altri non andava bene, conseguente regolamento di conti, polemiche e notte dei lunghi coltelli (si fa per dire ovviamente), ritorno della città felsinea ma solo per constatare la mancanza di una struttura ricettiva adeguata. A una settimana dala data prescelta abbiamo virato su Genova, con l’ intenzione di andare anche allo stadio a vedere la partita di rugby Italia – Argentina ma le condizioni meteo hanno avuto la meglio e quindi siamo finiti in brianza a mangiar polenta e bere sassella.

Si obietterà che questo è un blog in cui si parla di paternità e quindi cosa c’ entra il fine settimana passato con gli amici a cazzeggiare? Bè c’ entra perché alla fine rimani sempre in contatto, la telefonata, il messaggio, “Ha fatto la cacca? E com’ era?…” oppure si rimane informati sulle attività, “cosa fate oggi? Ah siete stati al parco… Sono venuti i nonni? Bene”. In più cì è da dire che è un po’ un modo per fare il punto della situazione con se stessi, “Sei ancora in grado di ridere fino alle lacrime per un corto di Elio o sei inesorabilmente diventato adulto?”.

Per quest’ anno ci siamo divertiti, ma abbiamo anche affrontato tematiche più serie, perché la nostra confidenza ha permesso un sano e profondo confronto, fino a prci le più classiche domande dell’ umanità: “Chi siamo, dove andiamo ma soprattutto, che diavolo ci facciamo qua?”

Il rientro a casa poi, è stato dolcissimo, rivedere Alma e Simona dopo 2 giorni è stato molto bello, ma non come al solito perché fossi fuori per lavoro, ero via con i miei amici, è stato “una cosa bella, dopo una cosa piacevole”, con anche rinnovate energie per affrontare la quotidianità. È stato bello amici, ci vediamo l’ anno prossimo!

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