Chiedi a papà, il nuovo reality di Rai Tre (nato da un’ idea di Francesco Uccello), che racconta le avventure di due padri di famiglia per puntata lasciati abbandonati dalle rispettive mogli per una breve vacanza. Ce la faranno i nostri eroi a sopravvivere?
Questo il canovaccio del programma in onda sulla terza rete Rai tutti i venerdì alle 23:00. Comincio col dire che io di televisione non ne guardo, un po’ per scelta, un po’ per impossibilità, ma per questo nuovo programma ho fatto una piacevole eccezione. L’ idea mi è piaciuta, per qualche settimana ho anche pensato di iscrivermi alle selezioni, salvo poi abbandonare l’ idea data la tenera età di Sole. Il mio commento dopo aver visto la prima puntata è molto positivo, nella misura in cui si parla, finalmente, di padri come tali e non come oggetti misteriosi o animali rari, no, siamo tanti, facciamo il nostro, magari abbiamo un altro “metodo”, ma di certo non ci tiriamo indietro.
Nella prima puntata, due famiglie diverse, molto diverse, i Campagna e i Di Nuzzo. I primi composti da un padre artista, una madre artista circense e quattro figli (di cui la più piccola adolescente), sicuramente un padre e dei ragazzi che colpiscono per la loro “normale diversità”, per certi versi una famiglia esemplare per me e proprio nella figura del padre. I Di Nuzzo inizialmente danno l’ idea della classica famiglia del mulino bianco o giù di li, piano piano però, anche in questo caso, affiorano le normali incertezze di un padre alle prese con due figli piccoli, sei la prima e uno e mezzo il secondo, devo dire che in certi aspetti mi sono anche ritrovato in quest’ ultimo papà.
In buona sintesi ho trovato la cosa molto gradevole, politicamente corretto e proprio per questo credibile, spesso è la normalità la cosa più difficile da vivere ( e da raccontare), ma è proprio quella cosa che vado raccontando da ormai qualche anno, i padri, sono persone normali, magari come Clak Kent ma pur sempre normali e “Chiedi a Papà” racconta proprio questa normalità, Bravi gli autori!
Tutto bene quindi? Se proprio devo criticare qualcosa, direi il commento musicale, un pelo troppo soft, per il resto direi che “Chiedi a papà” mi pare l’ evoluzione di alcuni reality che andavano per la maggiore qualche anno fa su real time, sos tata e cambio moglie, i primi che ni vengono in mente. La cosa positiva, per questo ho usato il termine evoluzione, è che in questo caso la figura del padre è centrale e anche le mamme hanno modo di fare una riflessione in una situazione ideale come una vacanza. Ovviamente è riduttivo pensare che quello che abbiamo vista sia tutto, c’ è sicuramente di più, molto di più ma direi che lo spaccato che ne esce è abbastanza esplicativo delle difficoltà, dei metodi e dei vari modi di essere padre.
Infine farei i complimenti agli autori, agl’ interpreti e a tutti quei papà che quotidianamente si danno da fare, bella idea, bel programma, non vedo l’ ora di vedere la seconda puntata!