Il post di oggi non è dedicato alle mie figlie o al loro papà in quanto tale. Oggi voglio rendere onore ad un personaggio che è stato fondamentale per me quando ero piccolo come le mie bambine. L’ altro ieri se n’ è andato Carlo Pedersoli, in arte Bud Spencer, 86 anni di vita veramente “come quelle dei film“, attore per caso, prima ancora nuotatore a livello internazionale, ha inoltre praticato pallanuoto, rugby, football americano e box. Ottimo studente (universitario a diciassette anni alla facoltà di Chimica), appassionato di volo con elicottero, entrato nel mondo dello spettacolo scrivendo canzoni per Ornella Vanoni e Nico Fidenco, e altre mille storie private di un personaggio a tutto tondo.
Ecco, la scomparsa di Bud Spencer mi ha costretto ad uno sport che ho smesso di praticare da parecchio tempo (prometto che un giorno parlerò anche di questo), la nostalgia. Ieri sera mi sono rivisto, non so neanche più a quanti anni di distanza, Piedone l’ Africano e per tutto il film sono andato indietro con la memoria, ho aperto cassetti di armadi che neanche più ricordavo di avere e infine, eccolo li, quel bambino di sei, sette, dieci, undici anni, io prima di me stesso, io bambino!
Bud Spencer è come un ghiacciolo al limone, come un bicchiere di sanguinella all’ oratorio, la saltafoss, la Fiat 124, le partitelle in cortile, le ginocchia sbucciate, il telefono a gettoni, tanti gettoni… A quei tempi passavo molto tempo con i miei zii e mio zio in particolare, lo Zio Gino, sembrava la copia in carne e ossa del mitico Bud nazionale, non tanto fisicamente quanto per i modi, forse un po’ burbero ma estremamente capace dal punto di vista tecnico, anch’ egli un uomo d’ altri tempi (la leggenda vuole che abbia comprato un rudere e l’ abbia trasformato in una graziosa villetta praticamente da solo!).
Lo zio Gino, al pari di Bud Spencer, avevano per me un fascino incredibile, ogni volta che andavo dallo zio (abitava a Casorate Primo, mio paese natale), era per me un’ avventura, ricordo ancora la sua cantina, dove aveva allestito un piccolo laboratorio, ci costruimmo un salvadanaio, devo averlo ancora da qualche parte. Mi ricordo la caldaia e ricordo lo Zio che mi mostrava come pulirla a fine stagione, mi portava a pescare, a raccogliere i funghi, in poche parole mi faceva scoprire il mondo. Lo zio Gino sembrava uno dei personaggi interpretati da Bud Spencer perché era estremamente pratico, i fatti erano il suo forte, non le parole e come Bud Spencer, mi dava fiducia, era rassicurante.
Ogni film nuovo o comunque nuovo per me, era una gradita sorpresa, che fossero western o che si trattasse di dune buggy poco importa, medesimo canovaccio adattato alle esigenze del caso, i cattivi da una parte, i buoni dall’ altra, tante sane scazzottate, un pizzico di humor, il trionfo del bene e i cattivi in galera. Il politically correct prima che lo inventassero!
Ecco, Bud Spencer, come mio zio, è stato un punto fisso della mia infanzia, ora non c’ è più niente di tutto questo, lo Zio Gino se n’ è andato più di dieci anni fa, molto prima la mia infanzia e ora anche il buon Carlo ci ha lasciati, ma ci sono le mie figlie e l’ ultima riflessione è per loro, chi saranno i loro miti? Quali personaggi accompagneranno la loro infanzia? E soprattutto, sapranno questi essere così “sani” come esempio?
Chissà, lo scopriremo solo vivendo, diceva Battisti, per il momento mi limito a salutare e ringraziare Bud Spencer per le sane emozioni che mi hanno fatto prima crescere e poi ritornare un po’ bambino, Ciao gigante buono, ciao e grazie di tutto!