Vorrei essere chiaro fin da subito, la mia è semplicemente di un opinione e come tale opinabile, ma credo che essere padri aiuti a sviluppare una certa elasticità mentale, ossia la capacità di adattarsi a diverse situazioni e a cambiare opinione se necessario. Detto così non pare neanche un granché ma al lato pratico le cose vanno spesso e volentieri in altro modo, quando parlo di elasticità mi riferisco agli orari e degli appuntamenti, i bambini hanno un concetto molto personale del tempo, certamente diverso ma non per questo sbagliato a mio avviso, per cui alcuni impegni, una festa di compleanno, un aperitivo con amici o la visita ai nonni è sempre, teoricamente in dubbio, una perdita con conseguente cambio, un capriccio nel migliore dei casi si trasformano in una telefonata tipo: “Faremo un po’ tardi, si cominciate pure…”, per non parlare dei malanni stagionali che stanno in agguato fino a 18 mesi (come la nuvola di Fantozzi), e si materializzano in raffreddore e febbre cavallina proprio la sera in cui s’ era preso appuntamento con quegli amici tanto simpatici ma che per una ragione o per l’ altra si riescono a vedere una vola all’ anno se va bene, “Sarà per un altra volta…”, ecco cosa intendo io per elasticità, ma anche in situazioni quotidiane, una sera crollano dal sonno e s’ addormentano alle 8:30, altre sere bisogna ricorrere alla makumba, certi giorni vogliono andare al parco, altri dritti a casa, alle volte un papà ha del tempo libero per stare con i suoi bimbi, fa dei programmi e questi vengono completamente disattesi o quantomeno vanno diversamente da come uno se li era immaginati, non sempre sia chiaro, ma è pur vero che per quanti programmi si possano fare bisogna mettere in conto sempre l’ imprevisto, piccolo o grande che sia. Di elasticità mentale, a mio avviso, ne occorre anche semplicemente per rapportarsi con i bambini, essi non sono “grandi o “piccoli” ma sempre e comunque dei bambini ed è proprio questo stato che andrebbe difeso e rispettato, chi dovrà essere più aperto mentalmente fra un padre che spiega l’ alternarsi delle stagioni ed il proprio figlio di 2 anni? A mio avviso sarà il genitore a dover spiegare e se necessario rielaborare le proprie teorie, il bambino è già naturalmente elastico, siamo noi genitori che dobbiamo ricalibrarci a seconda delle necessità. A volte i bambini sono anche troppo elastici, ossia perdono di vista alcune regole che non possono proprio essere ignorate, l’ asilo dopo una certa ora è chiuso, la pappa si fa a determinati orari, la nanna altrettanto, i denti vanno lavati tutte le sere (e non solo), sia chiaro che io credo molto nelle regole e sono tutt’ altro che un padre anarchico ma la capacità, soprattutto mentale, di cogliere i diversi punti vista (mio, di mia figlia e di mia moglie tanto per fare un esempio), credo sia notevolmente progredita in questi anni, senza dimenticare che elasticità mentale a volte (spesse volte), significa tornare sui propri passi, ammettere i propri errori e cambiare idea, una cosa che ogni genitore dovrebbe fare propria, il rischio è altrimenti che una sana rigidità si tramuti in ben più malsana ottusità, o magari negli ultimi anni mi sono semplicemente rimbecillito, ma questa è un altra storia.