E così, anche la famiglia Brambilla Ticozzi, è andata all’ expo. O meglio, una parte della famiglia, Alma è rimasta in Brianza con i nonni. Potrà sembrare crudele ma tutti quelli che conosco con bambini dell’ età di Alma mi hanno detto la stessa cosa, “Lasciala a casa”, al contrario di quelli che di figli non ne hanno: “Portale tutte e due, l’ expo sembra fatto apposta per i bambini, vedrai come si divertiranno…”
Si certo, come no… Devo dire che negli anni ho maturato una decisa antipatia per i consigli da parte di chi non ha figli, o peggio ancora da chi non ha neanche una relazione, comunque, a malincuore, Alma è rimasta a casa e Sole ha potuto timbrare anche questa esperienza di cui peraltro dubito conserverà qualche ricordo.
Comincerei però proprio da Sole e da un consiglio, il passeggino permette di saltare molte file, è bene tenerlo presente. In alcuni casi qualcuno ha forse un po’ esagerato, ho visto “bambini” di 12 anni compressi a forza dentro a passeggini palesemente piccoli ma la gentilezza delle hostess ha permesso a tutti di godersi i vari padiglioni.
A proposito, cortesia e disponibilità sono assolutamente da segnalare a tutti i livelli cominciando con le risposte alle mie telefonate nei giorni precedenti la visita per continuare con i volontari, onnipresenti e sempre disponibili e finendo con hostess e steward dei vari padiglioni, sempre attenti e preparati. A proposito dei volontari vorrei spendere una parola, molti non hanno capito cosa significhi essere un volontario e hanno questionato sullo sfruttamento e straparlato riguardo l’ utilità, non capendo (o non volendo capire che è anche peggio), lo spirito dell’ esperienza, dell’ opportunità, perché lavorare non è solo denaro e lasciatemelo dire, non è che fare il volontario alla festa dell’ unità è onorevole mentre farlo all’ expo è da stupidi o epiteti peggiori.
Detto ciò, veniamo ai padiglioni, lo zero è probabilmente il più bello e il più azzeccato, sontuoso ma per niente pesante, anzi, molto interessante e direi il cappello ideale dell’ Expo. Il tema è “Nutrire il pianeta”, molto interessante, anche complesso se vogliamo e infatti molti sono andati… fuori tema, uno per tutti il padiglione Italia. Bello quanto si vuole ma a meno che non si intenda “Nutrire il pianeta” come nutrimento per l’ anima non è chiara tutta la pur bella presentazione dei vari monumenti sparsi in giro per lo stivale, un bell’ esercizio ma ripeto, probabilmente fuori tema, soprattutto se pensiamo all’ Italia come uno dei luoghi simbolo del nutrimento a livello mondiale, resta il fatto che il padiglione Italia va sicuramente visto.
Il padiglione che in effetti mi ha più sorpreso e che, a mio modesto parere, ha centrato in pieno il tema è quello della Corea del Sud, interessante, concettuale, nel senso che il concetto espresso è interessante oltre che ben rappresentato, il nutrimento visto come una filosofia (in particolare la fermentazione), una buona dose di tecnologia ma in perfetto connubio con la tradizione, Bravi!
Brasile, molto bella l’ Idea della rete sospesa su parte del padiglione (qui anche Alma si sarebbe divertita), così così riguardo i contenuti, bella invece la parte commerciale.
La Gran Bretagna è stata una bella sorpresa, molto minimalista ma non per questo meno interessante anzi, estremamente gradevole e sicuramente molto azzeccato il tema con il riferimento all’ alveare e il collegamento ad un alveare vero e proprio situato in Inghilterra.
In linea di massima diciamo che qualche padiglione è interessante, qualcuno è particolarmente riuscito, altri possono piacere e altri ancora sono semplicemente degli spot turistici per il proprio paese ma di sicuro all’ expo posso dire di aver respirato una gradevole brezza di novità, un bel clima, molto positivo, un evento pensato anche e soprattutto per la famiglia (ne ho viste davvero tante), molti servizi e pochi problemi, quando Sole ha avuto bisogno, ha trovato un fasciatoio pulito e ordinato (con anche dei pannolini a disposizione per chi ne fosse sprovvisto), la mamma si è potuta riposare ogni qual volta ha voluto e le file, quando possibile, si sono liquefatte alla sola vista del passeggino (no, non sto scherzando, in alcuni casi le hostess venivano a cercarci di proposito: “Volete venire a visitare? Prego di qua, niente fila…”)
Tutto bene quindi? No, qualche neo lo abbiamo trovato, qualche padiglione che sembrava essere capitato li per caso, la posizione che probabilmente è e sarà per tutto il tempo un corpo estraneo alla città, le code in alcuni casi assolutamente difficili da digerire (una per tutte quella del Giappone, due ore di coda più cinquanta minuti fanno un totale di un terzo di una visita media, diciamo di 10 ore, un po’ tanto per quanto interessante). Altra nota stonata i prezzi, spesso alti anche per mercati prettamente internazionali e una presenza abbastanza pesante di multinazionali o comunque marchi precisi e tutt’ altro che locali, ripeto, per quello che erano le premesse in questo senso, si poteva fare qualcosa di più e meglio.
Rimane il fatto che abbiamo pensato comunque di portarci anche Alma, magari la sera per ammirare lo spettacolo dell’ albero della vita, assolutamente da non perdere e per visitare qualche padiglione nostrano (molti però chiudono alle 20!), perciò cara Alma preparati che al ritorno dalle vacanze…. si torna all’ Expo!
P.s.: Si avete letto bene, io in vacanza non ci sono ancora stato!