Il grande blu

No, non si tratta di un film sul mare e non ha nulla a che fare con il cielo, “il blu” è quell’ oggetto che tutti i genitori conoscono e di vitale importanza, ogni madre o padre probabilmente lo chiama con un nome diverso ma la sostanza rimane la stessa, quella borsa, solitamente blu, che è poi in realtà una sorta di contenitore magico in cui trovano posto in rigoroso ordine sparso: pannolini, traversina, salviettine, fazzolettini monouso, creme e cremine varie, bavaglie, giochini, vestiti di ricambio, zanzariera e repellente in estate e coperta d’ emergenza in inverno, biberon, kit di prima emergenza, pappa, fisiologica e se avanza spazio(?), portafogli e cellulare della mamma. Per noi quella borsa magica è sempre stata e sempre sarà “il blu”, “…mi prendi la bavaglia nel blu?”, oppure “Prova a guardare nel blu…”, sono frasi a noi familiari. Ricordo la prima volta che lo presi in mano e ovviamente non compresi l’ importanza dei quell’ oggetto tanto semplice quanto utile, manco fosse la borsa di Eta Beta. salvo realizzare molto in fretta che occorre essere preparati per ogni evenienza quando si esce, inizialmente vi trovano posto un pannolino, le salviette, una traversina plastificata e forse un cambio ma col tempo s’ inseriscono tutta quella serie di oggetti sopra indicati di dubbia, ma potenzialmente sicura, utilità che fa lievitare il volume del blu fino a sfiorare l’ effetto molla quando poi lo si va ad aprire, anche se il vero pericolo risiede nel peso della borsa, se in fatti supera un tot, diventa potenzialmente pericoloso perché può causare uno spiacevole effetto catapulta quando il bambino si alza o viene tolto dal passeggino, “il blu” infatti viene appeso con la tracolla appena sotto i manici del passeggino sfruttando il peso dell’ ospite come contrappeso, venendo a mancare questo ecco che il rischio è quello di far cadere la borsa con il passeggino a seguito. In buona sostanza ora come ora non riesco proprio a pensare ad una qualsiasi uscita, che si tratti di passeggiata, qualcosa di più o di trasferta poco importa, senza “il blu”.

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