C’ è stato un periodo, qualche annetto fa, in cui si usava come modo di dire “La famiglia del mulino bianco”, un esempio abbastanza agghiacciante di quanto uno spot televisivo possa uscire dal televisore e sedersi accanto a noi. Il mulino bianco, dopo essere stata una marca di biscotti e merendine era diventato uno stereotipo, la gente (me compreso), associava quel marchio, ad un ideale di famiglia felice, mamma, papà, 2 o 3 figli, tutti sorridenti, tutti belli, tanto verde, cucine grandi come bi-locali e tanta, ma proprio tanta felicità.
Gli anni ’80 sono passati da un pezzo, quel brand (come dicono quelli del settore) è tornato ad essere un semplice marchio di cibarie ma qualcuno è rimasto ancorato a quello che nel frattempo è divenuto un clichè, “la famiglia del mulino bianco” appunto. Grandi sorrisi, discorsi pre-confezionati da scartare e consumare all’ occorrenza, anche le lamentele sono stereotipate, la crisi, la politica ecc. ecc. tutte deve andar bene per definizione, l’ equilibrio deve regnare sovrano e se per disgrazia ci fosse qualcosa che non va, una bella maschera (con sorriso plastico) e si va in scena, perché la famiglia dev’ essere felice a tutti i costi, i problimi, casomai ci fossero, vanno scopati sotto il tappeto!
Dico questo per un motivo molto semplice, non vorrei mai che una persona sana di mente pensasse (magari leggento un blog di paternità!), che la vita come genitore si riduca a raccontare una favola ai propri figli, cenare tutti insieme appassionatamente ed educatamente, lunghe ed istruttive gite nei finesettimana, notti passate fra le braccia di Morfeo per ritemprarsi da una lunga giornata di lavoro e al mattino si ricomincia, colazione tutti insieme, una rapida occhiata ai giornali, poi chi al nido e chi a scuola, io in ufficio, la tata la nonna…
SVEGLIA!!!!!!!
No! Non è così! Non è mai stato così, forse per qualcuno lo è, ma per le persone normali non funziona affatto così. Mi rivolgo ai neo papà in particolare, si comincia con il parto, dove tua moglie urla e soffre e tu devi (se te la senti), cercare di renderti il più utile possibile ma stando molto attento a quello che dici (sappi che sarà tutto registrato e gli errori evidenziati prima e scolpiti nella memoria poi!).
Successivamente è caldamente consigliato (qualcuno deve pur farlo), imparare a cambiare pannolini, operazione che diventa ogni giorno sempre più difficile, sia per la pupù (se non lo sapete, i bambini fanno la pupù, che profuma di menta, mentre i grandi la cacca, che puzza di…!), per non parlare di creme, cremine, fisiologiche e tentati suicidi gettandosi dal fasciatoio.
È poi il momento dei vestiti, si perché nella famiglia perfetta della tv sono tutti vestiti e pettinati perfettamente, colori sobri, qualche fiore qua e la e tu che invece guardi nei cassetti come se stessi guardando un progetto di una centrale nucleare Finlandese. I bambini poi, non si spoprcano mai, non fanno mai i capricci prima di uscire, in macchina sono sempre bravi, le mie vomitano, urlano e si ostinano a fare sempre esattamente l’ opposto di ciò che va fatto, può bastare?
Ci sono poi i genitori-fenomeno, una volta ho letto un commento di una madre che si vantava di aver cresciuto da sola tre figli senza tate, nonni e asili, concludendo il suo intervento (scritto da un campeggio dove stava con la prole), con un simpaticissimo “In fondo basta volerlo…”
-À Wonder woman, ma vvedi d’ annà… Direbbero nella capitale.
Nella casa del mulino bianco poi, non ci si ammala mai soprattutto nei week-end e nelle feste, le malattie sono dei simpatici aneddoti da raccontare agli amici o al più una mallattia infettiva… ma in forma leggera! Di diarrea, prelievi delle urine, sciroppi e medicine varie neanche l’ ombra ovviamente.
Ma poi vuoi mettere quando torni a casa dopo una lunga giornata di lavoro e incontrare lo sguardo complice di tuo figlio che non vede l’ ora di abbracciarti e giocare cen te tutta la sera? Tutta la stanchezza della giornata si vaporizza in un attimo… Si certo, come no e io sono Babbo natale. Conosco genitori che fanno il giro della casa tre volte prima di rientrare a casa la sera, so di padri ridotti in lacrime dei propri figli che si nascondono loro o che riconoscono solo la madre come genitore. So di piccoli tiranni che appena entrato in casa sequestrano il padre e lo costringono (con la forza) a giocare con la fattoria, le bambole, a calcio e a darsi le mazzate, tutto insieme ovviamente e tutto questo con alle spalle una giornata che è iniziata alle 6!
Ma poi c’ è il momento della cena, un momento di tranquillità, di convivialità, in cui raccontare le proprie giornate e ritrovare il piacere del focolare domestico… A casa nostra va di moda il lancio delle stoviglie, piatti, bicchieri e posate, io e mia moglie mangiamo praticamente con l’ imbuto mentre Alma si diverte a camminare sulla sponda del divano. So di genitori che preparano due o tre alternative come cena nella speranza che il piccolo si degni di mangiare qualcosa e ne conosco altri che semplicemente… si arrendono, “Prima o poi mangerà”
C’ è poi la notte, pare esistano genitori in grado di non dormire per giorni e giorni di fila, veri propri gironi Danteschi in cui il bambino si sveglia fino a otto (8!) volte per notte, fra latti, capricci, coliche e pisolini schiacciati sul divano. Un amico una volta mi ha confidato: “Non sappiamo più cosa fare, nostra figlia semplicemente non dorme la notte, non è capricciosa, non si lamenta è solo che non dorme!”
Comunque sia, nel mulino bianco, l’ importante è sorridere, sorridere e sorridere perché nella famiglia modello regna la felicità! Si la felicità regna anche a casa mia, i giorni pari, nei giorni dispsri invece tengo duro, moltiplico la pazienza, faccio dei bei respiri profondi, vesto male mia figlia, non mi faccio le foto con lei e aspetto che ritorni il sereno, ma quando racconto la mia vita racconto una vita vera non uno spot da tv anni ’80!