Piccola premessa, in casi come questo, ma ve ne sono decine, ogni uno, ogni famiglia ha non solo il diritto ma il dovere di scegliere la strada che reputa migliore per i propri figli e gli altri, me compreso, possono solo, se lo vogliono, osservare, prendere appunti e trarre le proprie conclusioni evitando i giudizi come la peste, sarò scontato ma credo fermamente che il mondo sia tanto più bello quanto vario e quelle che vado a scrivere sono semplicemente le mie personalissime conclusioni in merito all’ utilità dell’ asilo nido.
In ogni famiglia, arriva un momento in cui si pone la questione dell’ asilo nido, può succedere presto nel caso in cui il lavoro di entrambi i genitori non permetta loro, generalmente alla madre, di passare buona parte della giornata con il piccolo, potrà succedere in un secondo tempo, magari verso i 14/16 mesi ma prima o poi tale dibattito bussa alla nostra porta. Nei casi più estremi il problema sfocia addirittura nel tornare o meno a lavorare, economicamente infatti la scelta non è di poco conto, i posti nel pubblico e quelli convenzionati si riempiono molto in fretta (almeno qui a Milano) e un nido privato può superare tranquillamente i 500€, se si aggiunge anche lo stipendio di una tata che lo vada a prendere il pomeriggio si corre il rischio paradossale di conservare un posto di lavoro per poi pagare delle persone per stare coi nostri figli. Di contro si potrà sostenere che prima o poi il nido finisce mentre un posto di lavoro (sopratutto se buono e di questi tempi), è per tutta la vita o giù di li. Una possibile soluzione possono essere, e spesso lo sono, i nonni, come già detto in un altra occasione, vero e proprio ente assistenziale di questa nostra società, l’ altra faccia della medaglia è che non sempre i nonni sono disponibili, perché lontani o perché assenti del tutto, altro caso ancora, ma è un classico, il nonno che si sente privato del suo ruolo naturale di nonno: “Lo portate al nido? Perché? Cos’ ho fatto di male?”. Probabilmente la vera alternativa al nido è la tata, sempre la stessa ovviamente, una figura di riferimento che faccia in tutto e per tutto le veci dei genitori ma credo (spero di sbagliarmi), sia una soluzione abbastanza onerosa, sono quindi dell’ idea che si tratti di una scelta ben precisa e molto personale. Esiste poi il problema della salute, i pediatri dicono che per un bambino che va al nido è normale ammalarsi una volta al mese, se va bene sono tre giorni, se va male… Sta di fatto che un figlio al nido è garanzia di febbri, raffreddori e diarree (nel migliore dei casi), a macchia di leopardo, da novembre ad aprile infatti ogni occasione è buona per ammalarsi, il lato positivo(?) è che così facendo si sviluppa il sistema immunitario e i bambini che sono andati, o che si sono ammalati, al nido, saranno poi più immuni alla scuola materna, un pensiero che certamente solleva lo sventurato genitore nel momento in cui realizza che la febbre e gli attacchi di diarrea che stanno flagellando l’ intera famiglia sono stati portati a casa dal pargolo proprio il giorno prima delle vacanze natalizie. Ultimo punto ma non meno importante, la socialità, anche in questo caso esistono opinioni diverse, il nido aiuta sicuramente a socializzare, “Il bambino sta con i suoi simili, quindi impara a socializzare”, “Non è del tutto vero” potrebbe rispondere qualcuno perché se è vero che si abitua a stare con altri bambini e a svolgere delle attività ludiche in compagnia è pur vero che i bambini, specie quelli più piccoli, giocano essenzialmente da soli, il fatto che ci siano altri bambini con loro pare non essere un fattore importante. “Un bambino che è andato al nido è avvantaggiato alla scuola materna”, probabilmente è così ma si potrebbe obiettare che sempre di un distacco si tratta, che avvenga prima o dopo non ne cambia certo l’ intensità. A proposito di distacco credo sia utile menzionare un sentimento sicuramente noto alle mamme, il senso di colpa, che è poi la pietra angolare sopra cui si edificano le ragioni del si e quelle del no, la mia opinione è che tale sentimento sia del tutto normale, non sia da prendere alla leggera, non tanto per i genitori quanto per i piccoli, ma che vada incanalato nella giusta direzione, sia che si scelga per il nido, sia che si opti per i nonni o di stare a casa coi propri figli, qualunque sia la strada scelta è bene che sia ponderata prima ma portata avanti poi nella maniera più serena possibile, nei nidi troviamo spesso e volentieri persone serie e preparate, i nonni possono essere una risorsa inestimabile, le tate sono altrettanto valide ma se mancano fiducia e convinzione non si va molto lontani, meglio fare diversamente e senza tante giustificazioni. Bene, tutto questo bel pippone per dire che Alma ha cominciato l’ inserimento al nido, per ora un’ oretta al pomeriggio poi vedremo di prolungare la permanenza, per il momento va tutto molto bene… ma a me manca già tantissimo in quell’ ora!