Non ci siamo

bimbe-perseIeri stavo facendo il mio solito zapping di notizie sulla rete, ormai è la mia unica fonte d’ informazione ma di questo ne parliamo un altra volta, quando mi sono imbattuto in una notizia che mi ha fatto letteralmente cadere le… braccia, qui l’ articolo in questione, per chi non avesse letto, si tratta di un “esperimento” in cui due bambine di sette e cinque anni, Uma e Maya (bellissimo nome…), vengono volontariamente lasciate sole in un centro commerciale a Londra, in pieno centro, nei pressi di Victoria Station, di sabato mattina, come se si fossero smarrite. In venti munuti, è scritto sull’ articolo, passano più di 600 persone vicino alle due bambine e nessuno si ferma, non una donna, non un uomo, nessuno, solo dopo venti minuti una signora sulla sttantina si ferma a chiedere alle due piccole se fosse tutto a posto. Così non va, non ci siamo e se per caso qualcuno pensa che certe cose possano succedere sono in Inghilterra o in una grande città, lo invito a leggere sul serio l’ articolo (TUTTO!), temo, purtroppo, non sia così, io vivo a Milano e di certo qui la situazione non è migliore, ma perché? La paura di passare per malintenzionati, la distrazione, la fretta… c’ è solo l’mbarazzo della scelta, le tasche della Signora Scusa sono gonfie fino a scoppiare. Quando in passato ho affrontato certi argomenti, riguardo i “valori”, il “tempo” e il giusto “peso” delle cose, mi riferivo proprio a questo, settimana scorsa ho visto un ragazzo davanti a me camminare talmente preso dal suo smartphone da andare a sbattere contro un cartello sul marciapiede, non un cartello piccolo e sì è fatto male, è caduto a terra, occhiali e telefono rotti… avrei voluto chiedergli che cosa stava guardando di così importante ma ho pensato che in fondo aveva già i suoi problemi e ho (colpevolmente) tirato dritto, ecco il problema della società di oggi, noi tiriamo dritti, cambiamo canale, ci giriamo dall’ altra parte, però abbiamo un opinione per tutto e ci sentiamo in dovere di commentare qualsiasi cosa, ci commuoviamo per un filmato ma non ci fermiamo a chiedere se va tutto bene ad una bambina da sola in un centro commerciale? Non va bene, ci emozioniamo per la fame nel mondo, per il cucciolo abbandonato, per una storia strappalacrime e poi affrettiamo il passo o semplicemente non vediamo quando c’ è qualcosa che palesemente non va sotto il nostro naso. Siamo proprio sicuri di voler crescere i nostri figli in una società fatta da persone che non sono in grado di fermarsi davanti ad una bambina e chiedere: “Ciao piccola, tutto bene? dov’ è la mamma?”

2 thoughts on “Non ci siamo

  1. Terribile cancro l’indifferenza.
    Parzialmente riporto il tema su una nota positiva: un paio di settimane fa ho visto un bambino sui 7-8 anni che cercava visibilmente un momento buono per attraversare la strada.
    Dall’altra parte l’auto del padre. Senza indugio l’ho preso per mano e l’ho accompagnato. Subito il padre – quasi seccato- e’ saltato fuori dall’auto (ma perché non era uscito prima, dico io??) e mi ha guardato con occhio veramente sospetto. Io ho spiegato
    “sa, ho tre bambini piccoli e mi sono permessa…” – lui ha brevemente ringraziato, ma io ho visto benissimo che la mia premura non gli era piaciuta. Parlo di via Pasquale Paoli a Milano, non di un luogo “metaforico”. E allora come la mettiamo? Non ci siamo….:)

    • “Chi è questa donna che osa avere idee come quella di dare la mano ad un bambino per attraversare? ” orgoglio e diffidenza, gran brutta coppia, in compenso io ti faccio i complimenti, BRAVA! E come dice sempre il mio commercialista, “meglio diventare rossi prima che bianchi dopo!”

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