Probabilmente qualcuno dirà che la crisi è una scusa, altri che la crisi offre molte opportunità e che il piangersi addosso è tipico degli Italiani, eccetera eccetera sta di fatto che basta guardarsi intorno per notare che qualcosa è cambiato riguardo le abitudini familiari. Già nel 2010 ho vissuto la spiacevole esperienza della disoccupazione, io preferisco diversamente occupato, così come oggi, ma mentre 3/4 anni fa al parchetto come in giro non si vedevano molti padri oggi devo constatare una vera e propria crescita esponenziale di presenze paterne sia al parco che in giro, sarebbe bello se fosse per scelta ma qualcosa mi dice non essere così e che la crisi ci ha messo di mezzo la coda, comunque sia, tanto vale analizzare il fenomeno, almeno per quel che mi riguarda. É ormai quasi un anno che sono a casa e da qualche giorno Simona è tornata a lavorare (part-time), per cui sono a tutti gli effetti un mammo o qualcosa del genere. Come già detto non è la prima volta e se devo dirla tutta non mi dispiace affatto, sono conscio del fatto che il mio posto non sia questo, dovrei “campare la famiglia”, come diceva un amico trentino, ma in attesa di qualcosa di serio faccio di necessità virtù, ho tanto tempo quanto entusiasmo e considero periodi come questi una possibilità, un dono se vogliamo, per poter crescere mia figlia, non è forse vero che molti padri si lamentano di non riuscire a passare del tempo con i propri figli? Ecco, io questo problema non ce l’ ho, almeno questo! Alma è molto brava, probabilmente ha capito come vanno le cose e credo non dispiaccia neanche a lei passare un po’ più tempo del dovuto col suo papà, almeno fino ad un dato momento in cui si guarda intorno con fare curioso e sembra pensare “Si ok papà ma qui manca qualcosa…”, questo qualcosa è la mamma ovviamente ma vuoi per la mezza giornata vuoi perché la distraggo, per il momento sembra andare tutto liscio. Sicuramente il fatto di non essere nuovo a tale esperienza mi aiuta e non poco, con Maia ricordo di essere arrivato alla soglia dell’ attacco di panico, “Si è sporcata? E adesso cosa faccio??”, “C’ è troppo vento per uscire? come devo vestirla? E se si ammala?”, “Ok Gerry chiedo l’ aiuto da casa…” e via dicendo, ma con il tempo e la buona volontà credo di aver fatto qualche progresso, per me stesso, ma sopratutto per Loro, moglie compresa, mi piace poterLe dire “Tranquilla, ci sono io…”, è una questione di fiducia oltre che d’ impegno e sono anche consapevole che quando troverò un lavoro tutto questo mi mancherà maledettamente.
Come ti capisco.
libero professionista con il lavoro ormai azzerato, mi son trovato a “lavoricchiare” con contratti a termine prima per pulizie in uffici e poi per pulizie industriali. ora il contratto è scaduto e mi trovo a casa, mentre la mamma ha ripreso il suo lavoro. Quindi mi divido tra la gestione del piccolo terremoto, la ricerca di un lavoro qualsiasi (nei miei sogni a tempo indeterminato) e alcuni lavoretti (ormai solo per la gloria) che la mia professione ancora mi regala.