Un discorso a quattr’ occhi

picsart_10-27-12-23-14Il primo periodo alla scuola materna è stato senza alcun dubbio una novità assoluta sia per Alma che per noi, per Alma si è trattato del primo impatto con qualcosa di simile alla disciplina riferita alla struttura scolastica, non che prima non ce ne fosse ma semplicemente ora si comincia a dover fare determinate cose, perlopiù disegni ma si intuisce che lo spirito è un po’ diverso.

Sono diverse anche le maestre, è diversa la struttura, si insomma, anche noi ci dobbiamo abituare a certe piccole novità, al nido avevamo un contatto ed un riscontro giornaliero, adesso parlare con la maestra di nostra figlia è impresa ardua, non certo per cattiveria, solo per un discorso di orari ed è probabilmente vero che anche noi genitori dobbiamo abituarci a tali cambiamenti, ci stiamo impegnando, in fondo è qualcosa di nuovo anche per noi e occorre un po’ di tempo, come è naturale che sia.

Più difficili da gestire invece sono i cambiamenti a casa, Alma ha metabolizzato i cambiamenti relativi alla materna in una maniera del tutto particolare, a scuola è molto brava, presta attenzione, s’ impegna ed è molto diligente, una vota uscita da scuola invece è come stappare una bottiglia di prosecco! Letteralmente un fiume in piena, condito da una miriade di capricci, richieste assurde e comportamenti da bambina piccola (più piccola di quello che è).

Passa una settimana, passa due settimane, passa tre settimane alla fine ho visto che ci si era infilati in un tunnel, un angioletto al mattino e un piccolo demonio al pomeriggio, sera compresa, i richiami e i tentativi di ristabilire un minimo di ordine domestico cadevano miseramente nel vuoto, in più ho notato che la stessa figura paterna (cioè io) era avvertita come epicentro della disciplina casalinga e come tale da evitare. Nel giro di qualche settimana ho avvertito un certo distacco nei miei confronti e una ricerca insistente della figura materna, niente di grave per carità, semplicemente un campanello che segnala qualcosa che ho dovuto mettere a fuoco.

Finché l’ altra sera, dopo l’ ennesima scarica di capricci, l’ ho presa di peso, l’ ho messa ha sedere sul letto e ho affrontato il discorso con calma ma anche con estrema fermezza:

“Vedi Alma, lo so che la scuola materna non è il nido, sono conscio che sia un po’ diversa da quello che ti aspettavi, probabilmente ci vorrà ancora un po’ di tempo per assimilare certe novità, ma lo è anche per noi, anche noi dobbiamo abituarci a queste piccole grandi novità. Nella vita ci sono momenti per giocare, momenti per fare quello che ci passa per la mente e momenti per non fare un bel niente ma ci sono anche momenti in cui bisogna rispettare le regole e la scuola materna è solo l’ inizio di una grande avventura, fatta di scoperte, di crescita e anche di regole. Funziona così, a volte può non piacere ma è così, anche a papà e mamma certe cose del proprio lavoro non piacciono ma, nei limiti del possibile, bisogna farsele andare bene. Se c’ è qualcosa che non va, per una ragione o per l’ altra, io e la mamma siamo a tua disposizione, possiamo parlarne però tu ci devi mettere del tuo.”

Alma mi ha guardato incerta e con un bel lacrimone in rampa di lancio e poi mi ha sussurrato: “Si papà, ti voglio tanto bene!”

Avrò fatto bene? Avrò fatto male? Non saprei, probabilmente è un po’ presto per discorsi di questo genere e soprattutto nei termini descritti però so che Alma ha una sensibilità certamente al di sopra della media (chissà da chi avrà preso…) e le mie parole di sicuro non sono passate inascoltate. La riprova l’ ho avuta nei giorni seguenti con un deciso riavvicinamento fra di noi, con mia grande felicità. Riguardo le piccole difficoltà di questo periodo direi che navighiamo a vista ma questo in fondo fa parte del gioco.

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