Sole

PicsArt_1427804827873Appena nati, i bambini tengono l’aldilà ancora stretto nelle loro manine rinchiuse.

(Fabrizio Caramagna)

Giovedì 26 marzo, ore 2:20 del mattino, sono diventato padre per la terza volta, è nata Sole, 3,600 Kg e tanta voglia di vivere.

Com’ é diventare padre, un’ altra volta? Non è la prima volta, ok, ma tolto l’ elemento sorpresa la parte emozionale è della medesima intensità, c’ è un qualcosa nel parto, qualcosa di primitivo, qualcosa di non spiegabile, qualcosa a cui è impossibile fare l’ abitudine. L’ emozione di quei momenti, l’ arrivo di una nuova vita, lo spettacolo della natura che si ripete, ancora, nel miracolo della nascita.

Fin qui la filosofia, ma veniamo alla nuda cronaca, per giovedì 26 era prevista l’ induzione al parto, il che significa una stanza prenotata e una procedura tanto lunga quanto fastidiosa, Simona l’ aveva già provata con Maia e non ha mai fatto mistero di preferire il parto naturale. Ma Sole stava bene dove stava, come darle torto. Giunti a mercoledì sera e già andati a letto in previsione della lunga giornata, ecco che alle 23 avviene la tanto attesa rottura delle acque. Una telefonata a mia madre perché venisse a stare con Alma (fortunatamente abitiamo ad un tiro di schioppo), e in men che non si dica eravamo già in ospedale.

Registrazione, monitoraggio e per 1:15 siamo in sala pre-parto, una stanza con due lettini dove le mamme possono soffrire nella massima libertà. Il travaglio vero e proprio è durato un ora, potrà sembrare poco ma posso garantire essere stata molto intensa, sicuramente più che con Alma. Alle 2 e rotti è arrivata un’ ostertica, rapida visita e sentenza: “Andiamo, è ora!”

In sala parto Simona si è accomodata su di un lettino simile ad un’ astronave, poche ma dettagliate istruzioni dell’ ostetrica, qualche urlo, tanta sofferenza ed ecco spuntare la testolina di Sole. L’ ostertica, in uno slacio di fiducia mi dice: “Vuole accarezzarla?” risposta cordiale ma decisa: “No grazie, magari dopo!”

L’ ostetrica come detto è molto gentile ma al tempo stesso sa dirigere con maestria le operazioni e questo è molto importante, Simona ormai è partita in quarta, una spinta ed è fuori la testa, un’ altra e la piccola avanza, “Stai andando troppo veloce, rallenta”, troppo tardi, un ultima spinta e Sole è venuta al mondo!

La mezz’ ora seguente è un autentico supplizio per Simona, quando dicevo che era stata troppo veloce mi riferivo proprio a questo, in pratica si è lacerata e sono occorsi molti punti di sutura, HAIA!

La mattina seguente è toccato a me dire ad Alma che nella notte era arrivata la sorellina, sul suo visino è spuntato un sorriso che mi ha aperto il cuore, se il buon giorno si vede dal mattino…

 

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