Avrei preferito stare ancora un po’ in silenzio anziché dover scrivere un articolo come questo ma purtroppo questa è la realtà e tocca farsela andar bene così com’ è. Dunque, ormai siamo alla terza settimana di chiusura delle scuole, la prima ero a casa anch’ io anche se completamente fuori dai giochi a causa di una dolorosissima periartrite alla spalla, settimana scorsa invece è stato il turno di una fastidiosa renella (sabbiolina nei reni, meno dolorosa dei calcoli ma comunque tutt’ altro che simpatica), in compenso è la prima settimana in cui si è costretti (dal buonsenso prima che dalle leggi) in casa, non che nei giorni precedenti si sia fatto diversamente semplicemente adesso siamo tutti a casa, mamma, papà, Alma e Sole.
Non è facile e i motivi sono molteplici, prima di tutto lo stress, dei genitori, per quanto si voglia e si possa gestire la tensione, va da se che occorre una situazione straordinaria, pensiamo solo al lavoro dei genitori, insolita nella migliore delle ipotesi, poi c’ è lo stress dei bambini perché si sa, per i bambini l’ abitudine, la quotidianità sono sacri.
Il problema più grosso è che per i bambini è difficile se non impossibile mettere a fuoco realmente quanto sta accadendo, ovviamente non mi riferisco al coronavirus in se che è si la causa principale ma non può essere recepita nella sua profondità da bambine di 5 e 7 anni. Le bambine hanno capito che non possono andare a scuola perché c’ è una malattia contagiosa e fin qui ci siamo ma la parte tangibile per loro è che non possono vedere i loro compagni di scuola, le loro maestre, non possono andare al parco o fare attività sportive di gruppo ed è quindi nel pratico che emergono tutte le problematiche insite in una situazione straordinaria.
Inizialmente le bambine hanno recepito la cosa come una sorta di vacanza, poi però hanno capito che non è esattamente la stessa cosa e hai voglia a pregarle di comportarsi come se fossero a scuola, semplicemente non funziona! Abbiamo provato a suddividere la giornata in momenti più o meno definiti ma la sensazione è quella di vivere in un castello di carta in precario equilibrio.
Le maestre di Alma si sono date da fare e tramite un’ applicazione di google (classroom) e comunicano quotidianamente con la classe, assegnano dei compiti che poi devono essere restituiti telematicamente, due volte a settimana organizzano una video-chat di classe e tutti i giorni è possibile chattare con le maestre nell’ agorà virtuale, non può sostituire la scuola ovviamente ma è un qualcosa a cui aggrapparsi, un palliativo forse ma sicuramente prezioso e di questo ringrazio tanto le maestre che fanno di tutto per tenere vivo un rapporto appena sbocciato e non parlo solo di compiti ma proprio di rapporto bambina-maestra, Grazie maestre!
Per il resto ci si barcamena tra varie attività, mentre sto scrivendo questo articolo le bambine stanno facendo una torta con la mamma, ieri abbiamo letto qualche libro, ogni tanto si fa una video-chiamata ai nonni, agli zii o a qualche amica, si ascolta un po’ di musica e si balla, si gioca ai travestimenti, fortunatamente poca tecnologia (tablet/telefono/tv), certo, alcune cose sono più gradite di altre ma dobbiamo tutti tararci un po’. Rimane sempre sullo sfondo il fatto che per loro rispettare le stesse regole (più o meno insomma) che si rispettano a scuola è difficile, a tale proposito voglio citare un episodio raccontatomi da mia Madre:
“Durante la guerra mia madre mi raccontava che la parte più difficile era quella di far capire ai bambini di dover andare nei rifugi e di non poter uscire, non perché non sapessero della guerra ma semplicemente non volevano accettare quelle che ai loro occhi apparivano come delle privazioni incomprensibili”
È un momento così, occorre avere pazienza e cercare di ottenere il meglio da una situazione straordinariamente antipatica ma speriamo solo passeggera.
Ciao,
come papà di due bimbi mi ritrovo in tutto quello che hai scritto: la difficoltà di barcamenarsi nella quotidianità forzata con i bimbi, la gestione di compiti e lavoro…è un momento storico molto difficile e particolare e sapersi adattare come state facendo voi, noi e il resto delle famiglie è fondamentale.
Teniamo duro, rispettiamo le regole e rispettiamoci. Ce la faremo sicuramente.
Un saluto
Simone