Oggi, 25 novembre è la giornata mondiale contro la violenza sulle donne, una data come tante altre per ricordare una cosa che non dovrebbe neanche esistere, la violenza sulle donne. Oggi ho sentito alcuni dibattiti in radio, sui giornali se n’ è parlato (poco) ma in linea di massimo sono abbastanza pessimista in merito, tante parole ma pochi fatti e come padre di bambine che un giorno saranno donne mi sento molto coinvolto.
Ci sono delle parole che mi hanno toccato e sono quelle di un’ amica copio e incollo (un tempo si sarebbe detto cito testualmente… come cambiano i tempi!): “Carini che siete che oggi siete tutti contro la violenza sulle donne…ricordatevene anche quando state per fare battute tipo ‘è nervosa, avrà il ciclo’ o ‘oh mamma che carattere, dovrebbe trombare di più’ o semplicemente alzatevi dal divano mentre la vostra donna lava, spazza, si occupa dei figli….che la giornata di oggi insegni che, sicuramente la violenza verso le donne non è tollerabile, ma anche il rispetto nei piccoli gesti quotidiani è indispensabile!!!”
Grazie Robi, grazie per ricordarci che la parità, se non il semplice rispetto, sono una cosa che dev’ essere quotidiana, grazie di sottolineare che la prima violenza è la mancanza di rispetto, nei confronti delle nostre compagne come di chi siede di fianco a noi in metropolitana, la violenza comincia con le battutine a scuola, con le risate sguaiate dei padri che guardano un filmaccio anni ’80 coi propri bambini.
La violenza sulle donne, è bene ricordarlo, significa che ci sono uomini che picchiano, violentano e uccidono delle donne. Non sono dei casi sporadici, ogni giorno una donna viene massacrata di botte o violentata, una volta ogni tre giorni una donna viene uccisa e non per una rapina, non da uno sconosciuto, no, viene uccisa dalla persona che dice di amarla. Nel 2014 sono state 122, CENTOVENTIDUE! Ripetiamo insieme ad alta voce, solo lo scorso anno e solo nel nostro paese, le donne uccise da mariti, ex o compagni sono state CENTOVENTIDUE! E ner resto d’ Europa non va certo meglio in questo senso anzi, pare che l’ Italia sia addirittura fra i paesi “migliori” a riguardo. Non che ci sia da vantarsi sia chiaro, anzi, solo una riflessione, ma tutti quelli che oggi parlano di guerra come se si trattasse di giocare a Risiko, dove vivono? Tutti quelli che parlano di sicurezza (l’ altro giorno una mamma nostra amica ci ha confessato di non voler viaggiare per un po’ per paure del terrorismo…), tutti quelli che straparlano di emergenza, dove abitano? CENTOVENTIDUE! Non dimenticate MAI questo numero!
L’ esempio è quello che siamo, dobbiamo solo scegliere se esserne uno positivo o negativo, anche questo significa essere un genitore responsabile e ho la certezza che questo non sia esattamente in cima alle prerogative di molti miei colleghi e di ciò mi dispiace e mi vergogno.
Grazie Roberta e grazie a tutte le donne, le mie in particolare!