L’ articolo è di ieri e affronta un argomento di cui si dibatte molto ultimamente, l’ equità domestica. In Finlandia, come in molti altri paesi nordici, l’ economia domestica fa parte del programma scolastico da trent’ anni, i ragazzi dai 13 ai 15 anni imparano a cucinare, lavare , stirare e tante altre attività domestiche. Queste attività ovviamente (ovviamente per loro…), coinvolgono sia maschi che femmine.
Inutile dire che per molti di noi Italiani questa è una notizia proveniente da un altro pianeta, un fatto curioso, nella migliore delle ipotesi un argomento/jolly da giocarsi al pranzo di Natale o sotto l’ ombrellone: “Hai sentito che in Finlandia a scuola insegnano a lavare e stirare…” “E ma li sono avanti si sa…”
Qualche considerazione in merito, il fatto stesso che questa sia una notizia dovrebbe farci pensare e non poco, un po’ come se io dicessi di lavarmi i denti due volte al giorno, chiunque mi risposnderebbe: “Bravo, quindi? Dov’ è la notizia?”
Che le faccende domestiche siano materia di studio a scuola è un bene ma non dev’ essere una scusa per i genitori, voglio dire, certe dinamiche familiari dovrebbero prescindere dalla scuola. Mi spiego meglio, lo spunto di saper fare certe cose in casa dovrebbe provenire prima di tutto dalla propria famiglia, la scuola semmai può aiutare a fare meglio, arricchire di particolari, insegnare nuove attività. La scuola potrà essere come un agricoltore che semina o cura le piante ma il “terreno” dovrà già essere preparato dalla famiglia. Diversamente, l’ alternativa sarà quella di uno studente che vive una doppia realtà, “A scuola mi insegnano a lavare e stirare ma tanto a casa lo fa mia madre…”
Siamo proprio sicuri che dei maschietti che sappiano lavare, stirare, cucinare ecc. ecc. siano ben voluti da tutti(e)? Tempo fa seguivo una mamma blogger (non farò il nome semplicemente per non farle pubblicità) che ogni due post si lamentava delle mancanze del compagno, a leggere i suoi articoli sembrava avesse deciso di fare un figlio con Vito Catozzo. Più volte mi sono permesso di commentare i suoi post consigliandole di “educare” il compagno piuttosto che svilirlo regolarmente. Alla seconda risposta piccata, tipo “Sei tu quello strano, gli uomini sono tutti uguali…” ho smesso di seguirla, perché ho avuto la precisa sensazione che quello stereotipo a lei facesse molto comodo.
Esperienza personale: io a scuola non ho frequentato alcun corso di economia o attività domestica, semplicemente a casa mia ogiuno doveva fare la sua parte, io guardavo e imparavo, mia madre mi spiegava e io ascoltavo, una volta mi insegnava a lavare i piatti, un’ altra a fare la lavatrice, un giorno imparavo ad apparecchiare e un altro a passare l’ aspirapolvere. Un bel giorno i miei se ne sono andati di casa (si lo so che di solito è il contrario ma…) e io non ho fatto altro che continuare a fare quello che facevo prima. Un altro bellissimo giorno ho conosciuto Simona, che è venuta a vivere da me e io, ho continuato a fare quello che ho sempre fatto. Di seguito sono arrivate tre bambine e io, non sapendo come si cambia un pannolino o si fa un bagnetto, ho chiesto, qualcuno gentilmente mi ha spiegato, io ho ascoltato e imparato. In alcune cose (la maggior parte) è più brava mia moglie, in altre (una o due non di più!) sono meglio io ma di sicuro c’ è che a casa nostra tutti devono saper fare tutto, maschi femmine o… mici che siano, no vabè i mici fanno tanta compagnia.
Si spreca tempo quindi nelle scuole Finniche? Certo che no, la parità dei doveri (oltre che dei diritti) è un argomento di cui non si può fare a meno ad oggi, dico semplicemente che forse oltre che ai ragazzi bisognerebbe insegnare anche agli adulti che tra il lavoro, il calcetto e la pizza con gli amici ci sono anche la lavatrice, l’ asse da stiro, la cucina, le pulizie di casa….
parole sante, comunque le donne che giocano a calcio non si possono vedere 🙂