Direi proprio che la recita è finita, da oggi molti suggeriscono quello che in fin dei conti s’ era già capito da parecchio tempo, i nostri figli torneranno a scuola solo a settembre, se tutto va bene. Non entro nel merito della decisione per il semplice fatto che non c’ è niente da dire, la scuola rappresenta da sempre un “interruttore” sociale come pochi altri, si pensi al numero di studenti, insegnanti, assistenti, commessi, accompagnatori e chi più ne ha più ne metta, pensare di immettere questa overdose umana in quello che già si presenta un ritorno alla normalità denso di dubbi e pericoli mi sembra, mi è sembrato fin da subito, un rischio troppo grande perché qualcuno se ne prenda la responsabilità. Qui a Milano in modo particolare, si parla di un ritorno graduale alla normalità a partire da metà maggio, l’ anno scolastico si conclude l’ 8 giugno, in teoria si potrebbe arrivare a fine mese, non oltre visto che le aule scolastiche non sono attrezzate per il caldo di luglio. Quindi saggiamente si è pensato di archiviare la pratica spostandola direttamente a settembre, al limite si partirà un po’ prima, anzi, forse sarà la volta buona che si ricominci ai primi di settembre invece di aspettare metà mese, che poi uno dove li mette i figli per quelle due settimane?? Chiusa parentesi.
Quindi direi che per i prossimi mesi qualcuno, se tutto andrà bene, dovrà affrontare almeno due temi, il primo sarà “dove metto i figli?” e qui la vedo grigia, qualcosa mi dice che tra qualche settimana un nonno al mercato nero sarà mooooolto prezioso. Chi potrà farà uso smodato di tate e baby-sitter, per qualcuno non cambierà poi molto visto che stavano con la tata prima e ci staranno anche dopo… Sta di fatto che un conto è la tata che va a prendere il bambino a scuola, un altro è la tata che sta col bambino 6/8 ore al giorno, non so se mi spiego.
Il secondo punto invece è più peculiare e riguarda i programmi scolastici, immagino che ogni fascia d’ età e ogni scuola abbia messo in campo i propri mezzi e i propri metodi, lezioni in streaming, verifiche in webcam, piattaforme per assegnare e condividere compiti e lezioni e qui faccio un passo indietro visto che posso parlare solo della mia esperienza, altro non posso fare per il semplice motivo che la mie ragazze hanno 5 e 7 anni, quindi posso solo immaginare (e neanche tanto a dire il vero), come riescano a portare avanti il programma delle classi di scuola media o superiori.
La mia esperienza è duplice, partiamo da Alma, prima elementare, un momento estremamente delicato, le maestre si stanno dando da fare, hanno suddiviso la classe in gruppi di lavoro e ci sono delle lezioni quotidiane, degli esercizi a casa, si capisce che è qualcosa da prendere per quello che è, una sostituzione, un piano B, un qualcosa che mira a non interrompere un rapporto quotidiano. Purtroppo nonostante l’ impegno delle maestre i limiti sono emersi fin da subito e l’ esperienza in questo caso si fa ancora più soggettiva in quanto forse in altri casi, altri compagni di classe la cosa può essere recepita diversamente, ma dubito. Il punto è che un bambino di 10 anni ad esempio, ha già maturato una certa esperienza in merito a compiti e lezioni, nel nostro caso invece siamo ancora acerbi, se a questo aggiungiamo il fatto che nel metodo educativo “senza zaino” i compiti nella versione classica non sono contemplati, non nella versione quotidiana almeno, il gioco è fatto, qualsiasi attività extra viene recepita come compito e come tale mal recepita e hai voglia a spiegare che “è come essere a scuola”, no, non è come essere a scuola e loro lo sanno, purtroppo.
Nel caso di Alma però devo ammettere che l’ impegno c’ è, le maestre si danno da fare, ci tengono a tenere il più saldo possibile un rapporto che era solo sbocciato in molti casi, per quanto riguarda Sole invece… il nulla, un vuoto scandaloso e al pensiero di stare in questa condizione fino a settembre mi viene il male. Una bambina di 5 anni ha bisogno di stimoli particolari, la casa è solo un tassello della sua crescita. Non è scuola dell’ obbligo ok ma la totale assenza è veramente un brutto esempio, sia a livello di risultati che a livello d’ impegno. Anche perché, pensare a dei lavoretti, delle attività da fare in casa senza fretta ma sicuramente con idee mirate alle varie età non mi pare un impresa così titanica. La cosa triste e squallida è che le maestre incalzate in questo senso hanno risposto che devono rendere conto a dei superiori che sono contrari a queste forme di contatto!
Per una bambina di 5 anni, almeno per Sole è così, l’ ambito scolastico è molto importante, le attività, le maestre i compagni, sono tutti ingredienti di un unico piatto, magari semplice ma non per questo è possibile fare a meno di alcuni ingredienti o surrogarne altri, ai bambini piacciono gli spaghetti al pomodoro, un piatto estremamente semplice ma se io invece degli spaghetti ci metto la pastina, non metto il sale e magari sostituisco il pomodoro con il ketchup… La schifezza è servita. Le uniche cose che sono state fatte in queste settimane sono state: un video-foto-messaggio di saluto delle maestre e l’ accesso ad una piattaforma dedicata, tanto freddo quanto povero nei contenuti. Credo non ci voglia una laurea in pedagogia per sapere che a questa età è proprio il rapporto umano a fare la differenza, un lavoretto chiesto da una maestre, dalla propria maestra è una cosa, la stessa cosa chiesta da mamma e papà non viene recepita come tale. La cosa che più mi dispiace è che anni fa la scuola materna in questione era un’ eccellenza a Milano, oggi, mi spiace dirlo, non è più così e come al solito, in questi casi chi ne fa le famiglie, poi magari vine fuori che è così per tutte le materne, la qual cosa sarebbe ancora più grave.
In conclusione temo ci aspetti un periodo tutt’ altro che semplice, a questo punto la speranza è che questa situazione non lasci troppi strascichi a livello scolastico, altro temo non si possa fare.