Alla fine della fiera il malanno di stagione ha messo a letto anche me, giusto un paio di giorni intendiamoci, parafrasando una battuta contenuta in un vecchio film d’ azione potrei dire che: “Non ho tempo per ammalarmi!” (a chi indovina il film originale offro una birra, e dico birra per il semplice fatto che è assai improbabile che l’ abbia visto una donna). Comunque sia, giusto il tempo di rimettermi in piedi e guardare fuori dalla finestra (metaforica) e la mia attenzione viene rapita dal collega e in qualche modo pioniere Francesco Uccello (motelospiegoapapa.it), in collaborazione con Anna (A casa di Anna) portano alla mia (non solo, ovviamente), attenzione due articoli: “Ci mancano i padri adulti, capaci di sbagliare ma non prevaricare” -La 27esima ora-il corriere della sera e “Che fine hanno fatto i padri nell’ era dei mammi?” -Huffingtonpost.
Commenti? Sono le 11 di sera, la mia giornata è stata abbastanza movimentata, non entro nei dettagli ma dal primo di febbraio faccio il papà e il marito a tempo pieno e quando avanza del tempo anche il figlio, sarà così almeno fino al prossimo fine settimana e come già detto in altre occasioni, fare tutte queste attività, anche solo facendo il minimo indispensabile in casa aiuta molto a capire lo sforzo delle nostre compagne ma il punto ora è un altro. Ripeto, non entro nei dettagli ma mi limiterò “perdere il minor tempo possibile”.
Cominciamo dal corriere, credo che il passaggio: “Papa Francesco – sculacciate – società priva di padri” si possa ottimisticamente definire ardito, nella migliore delle ipotesi. Per il resto credo di faticare a ricordare un record simile in fatto di velocità nel finire nel cestino archivio da parte di un articolo a proposito di un argomento solitamente a me vicino.
L’ HuffPost, che dire? Anche in questo caso la coerenza è latitante ma almeno abbiamo un filo logico, condito con un’ accozzaglia a di luoghi comuni (già il termine mammo…), cadute di stile (“Eppure era così bello quando gli uomini non ne sapevano quasi niente di contrazioni, monitoraggi, tecniche di respirazione, e restavano fuori, ad aspettare nel corridoio, ansiosi, nervosi e preoccupati. E poi magari ti portavano un mazzo di fiori”, grazie Carla, hai altri suggerimenti?), l’ immancabile parere dell’ immancabile docente, dell’ immancabile Università di Bologna, passando per il fatto che saper cambiare un pannolino o essere presenti in sala parto sia di moda (sempre saputo di essere un precursore, porto la barba da una vita e ho assistito a ben due parti! wow! cos’ ho vinto?), per poi concludere con: “evaporazione dal punto di vista sociale e culturale che li ha resi marginali e neutrali nel processo educativo”, si ammetto di averlo dovuto rileggere un paio di volte.
Adesso veniamo alle cose serie, care signore, pulire la merda dei nostri figli è una cosa normale per un padre, tanto quanto lo è preparare una cena per la propria famiglia, fare una lavatrice, fare i mestieri in casa, andare a fare la spesa, passare i pomeriggi al parco, giocare insieme, cercando di sbagliare nel modo migliore giorno dopo giorno, sperando che un giorno questo abbia un qualche senso.
Essere presenti in sala parto non è una moda, è la voglia di affrontare il momento più bello della propria vita di coppia, è la voglia di stare al fianco della propria compagna sperando di essere di qualche minimo aiuto, sperando di fare meno cazzate possibile e sperando magari di non finire lunghi e distesi, ci vuole coraggio e magari sarebbe il caso di sentire le mogli invece dei… Docenti dell’ università di Bologna, la mia per esempio… bè la mia però non scrive ne sul corriere ne sull’ huffPost… grazie a Dio!