L’ argomento di oggi è un tantino complesso, per usare un eufemismo, ma è pur vero che il dibattito alberga (saltuariamente) nella mia testa da qualche anno, la notizia di qualche giorno fa mi ha dato lo spunto per rendere pubblico il mio pensiero. Una premessa, le mie sono opinioni e come tali opinabili ma altrettanto rispettabili, essere liberi significa esserlo anche dalle proprie opinioni, grazie.
L’ intervista che ha sollevato il polverone è quella rilasciata da Dolce e Gabbana a Panorama, in particolare alcune risposte di Domenico Dolce hanno suscitato reazioni estremamente piccate sia fra le donne che fra gli uomini, sia etero che gay, per chi fosse così pigro da non aver letto l’ intervista:
Che cos’è la famiglia per Dolce&Gabbana?
Dolce: “Non abbiamo inventato mica noi la famiglia. L’ha resa icona la Sacra famiglia, ma non c’è religione, non c’è stato sociale che tenga: tu nasci e hai un padre e una madre. O almeno dovrebbe essere così, per questo non mi convincono quelli che io chiamo i figli della chimica, i bambini sintetici. Uteri in affitto, semi scelti da un catalogo. E poi vai a spiegare a questi bambini chi è la madre. Ma lei accetterebbe di essere figlia della chimica? Procreare deve essere un atto d’amore, oggi neanche gli psichiatri sono pronti ad affrontare gli effetti di queste sperimentazioni.”
Avreste voluto essere padri?
Dolce: “Sono gay, non posso avere un figlio. Credo che non si possa avere tutto dalla vita, se non c’è vuol dire che non ci deve essere. È anche bello privarsi di qualcosa. La vita ha un suo percorso naturale, ci sono cose che non vanno modificate. E una di queste è la famiglia”
Quindi, ricapitolando, nell’ annoso dibattito in cui il diritto di avere un figlio ci viene presentato come bianco o nero, tale per cui se un uomo e una donna vogliono (o non vogliono), avere un figlio è una loro scelta, se due gay vogliono avere un figlio è… bianco o nero, si può essere d’ accordo o meno, ma proprio qui sta il corto circuito, un gay contrario ad avere figli! Cioè, se ho ben capito, essere etero ti autorizza a NON fare dei figli mentre se sei gay, è una domanda che non ti devi neanche porre, esiste solo una risposta, affermativa (oppure no?).
Personalmente faccio già fatica ad avere un opinione riguardo le adozioni da parte dei gay figuriamoci averne una riguardo un gay contrario alle adozioni e a metodi alternativi per avere figli, eppure c’ è gente che si è sentita di rispondere in maniera piccata alle parole dello stilista. Francamente non è che Domenico Dolce mi stia particolarmente simpatico (ma neanche antipatico), ha espresso un’ opinione e ne prendo atto, posso condividere o meno ma di sicuro la rispetto. Fatico un poco a capire invece quelli che hanno preso male le sue parole (da Elton John a Curtney Love), avrebbero avuto le stesse reazioni se a pronunciare quelle stesse parole fosse stata una donna o un uomo etero? Voglio dire, il mondo è pieno di uomini e donne eterosessuali che la pensano come Domenico Dolce ma pare che la cosa non interessi a nessuno, mi pare una discriminazione nella discriminazione o peggio ancora un clichè post-moderno secondo cui i gay “devono” volere un figlio, il peggio del peggio direi, fortuna che esistono ancora le opinioni personali. Si perché qualora fosse sfuggito ricordo che fin qui si è parlato di diritto ad avere ed esporre opinioni personali! Il fatto che altri possano avere opinioni diverse dalla nostra è una possibilità da tenere sempre presente, sorprende che un cantante che sulla diversità ha costruito una carriera lunga quarant’ anni adesso tuoni contro chi non la pensa come lui, poi ci sarebbe anche Courtney Love ma in effetti questo vorrebbe essere un post serio…
Qualcuno ha replicato che i “figli della chimica”, sono una benedizione, un passo avanti alla stregua degli antibiotici o degli occhiali da vista ecc. ecc. e io sono assolutamente d’ accordo, se una coppia vuole a tutti i costi avere un figlio, anche andando contronatura credo ne abbia tutto il diritto, la medicina ha fatto passi da gigante, perché privare una coppia dell’ amore di un figlio? Certo, il dibattito a questo punto scivola nella filosofia, qual’ è il limite? E a chi spetta deciderlo? Ma non si capisce perché certe regole valgano a seconda di orientamento sessuale piuttosto che conto in banca.
Cioè, se siete una coppia etero potete scegliere se avere figli oppure no, se optate per il si ma avete qualche problema la medicina vi viene in soccorso con tutta una serie di opzioni, ovviamente a crescere in quanto a costi. Stesso discorso, più o meno, se siete una donna single (ma anche una coppia lesbica), non avete trovato l’ uomo giusto per crescere i vostri figli ma la voglia di maternità non è più rinviabile, anche in questo caso il conto in banca aiuta. Se invece siete uomini single o coppie gay, è caldamente consigliato di dimenticarsi il discorso figli.
Se qualcuno se lo stesso chiedendo, si, siamo passati ad un altro livello della questione, figli si, figli no, figli forse per chi non può averne e purtroppo devo rilevare una crescente miopia in questo senso. Molti dicono: “I bambini devono crescere con una madre e un padre, è la natura!” E infatti qualche anno fa ho conosciuto una giovane donna che aveva adottato tre figli non potendone avere con il marito, figli che le sono stati tolti una volta che il marito è morto in un incidente stradale, quando si dice coerenza. Chissà quanti di quelli che pensano che per crescere un figlio siano indispensabili un padre e una madre sarebbero disposti a fare un eccezione, magari se i figli in questione fossero i propri.
Non è che io sia a favore delle adozioni da parte dei gay, non sono neanche contrario, ecco perché ho parlato di miopia, perché non si mette bene a fuoco il problema. Sempre parlando di adozioni, probabilmente in molti ignorano quanti e quali debbano essere i requisiti per poter adottare un bambino, il numero di zeri sul conto corrente in banca è uno di questi, il numero dei bagni presenti in casa anche, per non parlare degli anni di attesa, delle visite a sorpresa dei servizi sociali e dei colloqui più o meno mortificanti. D’ altro canto è della vita di un bambino che si sta parlando, facciamo un esempio, abbiamo due coppie, la prima è formata da un dirigente di una multinazionale sposato con una giovane benestante, la seconda è formata da un marito operaio e la moglie che lavora come commessa part-time, entrambe le coppie non possono avere figli e hanno fatto domanda per adottarne uno, voi a chi lo dareste? Potrà non piacere come discorso (a me non piace per niente), ma questa è la realtà nel mondo delle adozioni, non gay o non gay ma soldi o non soldi!
Ancora in fatto di adozioni (ma il discorso vale anche per i metodi alternativi per avere figli), ho letto qualche tempo fa un articolo in cui si metteva in evidenza il fatto che i bambini cresciuti con genitori gay fossero scolasticamente “migliori” rispetto a quelli cresciuti da genitori etero, altra miopia, bisognerebbe dire che i bambini adottati da coppie gay sono sopra la media perché i genitori hanno possibilità sopra la media. Per averne la riprova bisognerebbe avere un numero ben più ampio di esempi, sarebbe interessante seguire e analizzare la crescita di bambini cresciuti da coppie omosessuali di (ad esempio) operai turnisti a Termini Imerese, ma disgraziatamente non penso questo avverrà mai, ne ignoro il motivo ma so che è così.
Riguardo i metodi alternativi ricordo che l’ utero in affitto è una pratica ormai sdoganata in alcune parti del mondo (non in Italia ovviamente), nella maggior parte dei casi si tratta di volontarie che “prestano” l’ utero a chi non può, a conti fatti credo (ma potrei essere smentito), che in questo caso si parta dai trenta mila euro, salvo trovare una volontaria integrale. Non che mi piaccia mettere l’ accento sul denaro ma ci tengo a sottolineare un aspetto di cui nessuno parla nel dibattito giusto/non giusto, naturale/non naturale.
Per ri-marcare la complessità dell’ argomento, alcune considerazioni, come la mettiamo con i genitori separati? Vedere i propri figli una volta ogni due settimane significa crescere con un padre e una madre? Crescere con due padri o due madri è innaturale? Forse si, ma anche prendere un ovulo di una donatrice, fecondarlo con il seme di un uomo e impiantare lo stesso nell’ utero di un’ altra donna… non suona molto naturale, eppure la fecondazione eterologa è una realtà alla portata di molte coppie etero.
Sono sincero, l’ argomento è veramente un ginepraio, qualunque opinione si abbia si scontenta qualcuno, forse converrebbe, prima di tutto rispettare le opinioni altrui e soprattutto una buona dose di empatia che proprio male non fa.
In conclusione vorrei però citare un altro passaggio della stessa intervista, passaggio che non ha creato nessuna polemica, parole per le quali nessuno si è sentito in dovere di rispondere, stavolta a distinguersi per lo stile è Stefano Gabbana:
Avete molte donne che lavorano per voi e raccontano che siete tra i pochi nell’ambiente a sostenerle tra figli e carriera.
Gabbana: Se potessi, costruirei anche un asilo dentro l’azienda. Abbiamo sempre accettato con gioia le gravidanze delle nostre collaboratrici e notato come alcune avessero così tanto amore per il loro lavoro da tornare anche dopo una settimana. Ma questo è un Paese destinato a fallire, se non cambiano certe leggi: le donne da un lato lamentano una disparità, ma dall’altro possono assentarsi dall’ufficio anche fino a tre anni per una maternità e poi tornare e pretendere lo stesso incarico di prima. A Hong Kong una donna deve riprendere il suo posto dopo 15 giorni dal parto. Forse è troppo poco, ma tre anni è una follia.
E nessuno ha detto niente, io lo chiamerei SILENZIO ASSORDANTE, ma forse questa è un’ altra storia.